Saturday, May 14, 2005

NUMERI PRIMI

Si dice numero primo un numero che non è divisibile per nessun altro se non per se stesso. 1 è un numero primo. 3 anche. 7 pure. Poi le cose si complicano e non mi ricordo più. Azzardo un 11. Credo che una persona che non si spacca per nessun'altra se non per se stessa si potrebbe definire un egoista, uno stronzo egocentrico. Ma, si sa, la matematica non dà mai giudizi di valore. E' per questo che è bello non essere una mente matematica.

Ciò che è più facile numerare nella nostra vita sono i nostri anni, su questo non c'è dubbio. Mi chiedevo, però, se nella sequenza dei numeri dei nostri anni esistano anche numeri primi nel senso di “speciali”. Numeri primi come il primo dente che cade o la prima volta che si fa l'amore. Numeri unici. Traguardi, li chiamano. A dire il vero, non saprei se definirli traguardi. Un traguardo si raggiunge dopo uno sforzo. Gli anni passano anche senza sforzo. Anzi, la maggior parte dei nostri anni passa senza che noi si debba neanche alzare un dito o mentre alziamo le dita per fare le cose sbagliate. Un giorno ti svegli e ti accorgi che all'altezza dell'addome sei pieno di nastri di stoffa colorata rimasti impigliati dopo aver attraversato l'ennesimo compleanno-traguardo e pensi: ma se non mi sono neanche messo a correre?! Possibile che sia già passato così tanto tempo?! Non c'è gusto a tagliare quei nastri, per questo credo non si possa dire che arrivare ad una certa età costituisca un traguardo. Ci sono cose, eventi che sono traguardi. Il diploma è un traguardo. La laurea pure. Il primo colloquio di lavoro anche. Anche solo fissarlo è un gran bel traguardo. Però poi anche qui le cose si complicano e non vorrei sbilanciarmi. I nostri traguardi possono essere tanti e diversi. Li decidiamo noi. Ma un compleanno... Arrivare ad una certa età è davvero un traguardo? Considerando che siamo minacciati costantemente dal terrorismo internazionale, dall'obesità, dai messaggi televisivi sbagliati, dal consumismo che ormai non consuma e da centinaia di migliaia di pericoli veri o presunti che siano, arrivare ad una certa età, qualunque essa sia (1 o 101 non fa differenza), è più che altro una conquista. Potremmo rimanerci da un momento all'altro, ci dicono in continuazione. Noi ci tocchiamo, dovunque ci sembri opportuno ed appropriato, e continuiamo a conquistare i nostri giorni.

Nonostante tutto, ogni anno che passa, ogni nastro strappato con l'addome e rimasto lì, ogni benedetto e inevitabile compleanno accade qualcosa di speciale: ci fermiamo a pensare alla nostra vita. Di solito non lo facciamo mai, al massimo rimuginiamo. Mettiamo il rallentatore, per un giorno, ed esaminiamo con attenzione la nostra corsa. Ecco, si spacca il nastro. Questa volta sono 25: tondi, belli, quadrati, ma quadrati perfetti. Non ho mai avuto 25 anni. Nuovo, nuovo, tutto nuovo. Sento le gambe un po' affaticate, ma i muscoli del polpaccio, della coscia,e le ginocchia tengono ancora benissimo. Sudo. 25, nastro d'argento. Lentamente la mia testa si volta all'indietro. Oggi ho tempo di guardare alla strada che ho fatto. Sì, quella volta ho sbagliato. Sì, quella volta ho fatto bene. Sì, ho sofferto. Sì, me ne sono fregata. Sì, ho fumato di nascosto. Sì, ho vomitato nel corridoio di casa dopo una sbronza colossale. Sì, quella volta non ho fatto in tempo neppure a raggiungerlo, il corridoio, e mi sono vomitata sulle scarpe in giardino. Sì, quel giorno non sono andata a scuola. Sì, quella volta sono stata proprio brava. No, indietro non si torna, non siamo su un tapis roulant, non si può invertire il senso di marcia. Lentamente, la mia testa torna dritta e fisso un punto davanti a me. 25, nastro d'argento. Sì, da domani dieta. Sì, quella domanda di lavoro la faccio. Sì, presto partirò. Sì, quell'esame lo passo. Sì, solo acqua naturale. Sì, manderò presto le mie cose a qualcuno che le legga. Sì, mi diranno di no. Sì, mi metterò a piangere come quando ero piccola. Sì, prima o poi imparerò a reagire in un'altra maniera. No, non sono i buoni propositi per l'anno che verrà. Il 1 gennaio tutti promettono qualsiasi cosa e il giorno dopo già non lo ricordano più. Oggi io prometto a me quello che vedrò più avanti sulla mia pista.

Questo compleanno non sarà un traguardo tagliato con fatica, volontà, sforzo ma sono in corsa e, anche se non l'ho deciso io di mettermi a correre, ormai ci sono. Ed è bellissimo strappare ogni anno un nastro nuovo, tenermeli tutti stretti all'addome, passarmeli intorno al collo, allacciarmici i capelli, farmi una collana, usarli per saltare la corda, lanciarli a qualcun altro per tirarlo verso di me. Sono i miei anni, la mia corsa. Inutile negarlo, siamo tutti contenti di compiere gli anni, anche se sono sempre di più. Sì, gli anni che restano sono sempre meno. Ma vuoi mettere con la soddisfazione di aver corso senza mai fermarti?