Però succede anche che ti accorgi che va bene così, che sei contento di essere come sei e che non ti ci ritroveresti più ad avere diciassette anni adesso. I “tuoi” diciassette sono stati molto meglio di quelli che potresti avere adesso. C'era una gran bella musica, quando avevi diciassette anni. C'era tutta Seattle che suonava nei bar fumosi, c'erano modi di vestire e portare i capelli che adesso sono irrimediabilmente connotati con “qualcosa che non esiste più”. Qualcuno diceva già allora che il grunge era morto. La realtà è che i tuoi diciassette anni di grunge e tormento interiore totalmente ingiustificato, ma pur sempre necessario, sono passati e ora sei comunque la stessa persona ma sei consapevole di te stesso, dei tuoi limiti e delle tue potenzialità.
Non so come sia che si pensa sempre di essere destinati a qualcosa di più e mai a qualcosa di meno. Non so da dove nasca l'ambizione di sentirsi cresciuti e in grado di affrontare le sfide: una casa tutta per te, qualcuno vicino, magari anche una pianta destinata a sopravvivere, non condannata a morire come le primule che compravi ogni inizio primavera e non duravano più di una settimana. Certo, il pollice verde, comunque, non viene con gli anni: se uno non è portato, non è portato e basta. Ma il punto del discorso è un altro: ad un certo punto arriva una strana consapevolezza e ti sembra davvero di essere come quella benedetta farfalla che esce dal bozzolo. Capita anche a te e non solo nei libri di scienze o nelle poesie. Vivi una metafora, almeno per una volta.
Però c'è una cosa che noti una sera in un bar fumoso dove qualcuno cerca di suonare scatenando nei propri coetanei le stesse sensazioni che i vecchi gruppi scatenavano in te: nessuna ragazza di diciassette anni porta scarpe dalla punta tonda. Tutte indossano scarpe con punte che farebbero invidia al più sfarzoso gatto con gli stivali. Al massimo qualcuna indossa i vecchi “doc”, ma sai che tu alla loro età non avresti mai potuto permetterteli, neppure quando andavi in viaggio studio in Inghilterra e tutte li compravano, eccetto te, beninteso. Invece tu, nei tuoi anni a metà tra i venti e i trenta porti orgogliosa scarpe dalla punta tonda, paffute, quasi goffe, ma a te piacciono. Le hai cercate e le sfoggi con l'orgoglio di essere riuscita a trovare scarpe diverse che il gatto con gli stivali non avrebbe mai preso in considerazione.
Non si smette mai di essere quel diciassettenne un po' fuori dal gruppo che sei stato quasi dieci anni fa. Però sei contento di non avere più diciassette anni, altrimenti non riusciresti ad essere tondo in un mondo appuntito con la stessa serenità con cui lo fai adesso.
1 comment:
elena, ciao sono marco da genova, sono qui totalmente per caso, il tuo post mi ha commosso per piacere contattami devo chiederti una cosa.
un inchino.
laumar76@hotmail.it msn o mail
:)
marco da genova
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