Capita che un amico abbia bisogno di indicazioni. Capita ancora più spesso che queste indicazioni servano a noi stessi. Com'è che nessuno sa mai indicare la strada quando è davvero urgente arrivare da qualche parte?
Certamente qualche indicazione di massima si può rimediare, della serie “Si...ecco...potrebbe girare di là... Ma in realtà cipotrebbe anche arrivare svoltando di qua e proseguendo fin laggiù...”. Da qualche parte arrivi sempre. E' che a volte chi dovrebbe indicare una strada è il primo a non conoscerla. Ma come ti dispiace di non poter aiutare un estraneo che abbassa speranzoso il finestrino dell'auto e tira il collo per rendersi il più visibile a te che "passeggi dal lato passeggero", che sorride imbarazzato e che vuol sembrare disinvolto proprio quando è più difficile (sapersi perdere con disinvoltura deve essere una gran virtù), ti dispiace non saper aiutare un amico o te stesso.
Eppure dovremmo conoscerci tutti, dovremmo sapere cosa va bene e cosa no... Specialmente per quanto riguarda noi stessi. Come si fa a non conoscersi bene dopo anni che viviamo con noi stessi? Non sarà che si finge di non conoscersi per non accorgersi di essere annoiati di noi stessi? Ma se ci comportiamo in questo modo, poi cosa succede quando dobbiamo dare indicazioni?
A volte c'è qualcuno abbastanza lucido in grado di suggerire un itinerario plausibile per arrivare a destinazione. Diretto, non troppo lungo, poche tappe, cinicamente distribuite in linea retta senza tante curve e senza tanti giri di parole. Queste persone ti indicano una strada sicura che porta davvero dove vorresti andare: sono “quelli che hanno ragione”. E' stupefacente come, parlando con questa tipologia di persone a proposito di una strada da prendere, tu ti sorprenda a ripetere “Hai ragione...Sì, sì, hai ragione”: ma se conosci la strada, se sai che quel percorso è giusto, perché non ti sei incamminato senza fare tante storie? Si potrebbe supporre un breve momento di smarrimento e “quelli che hanno ragione” ti riportano alla memoria qualcosa che avevi momentaneamente (o volutamente?) dimenticato.
A questo punto, uno dovrebbe incamminarsi. E invece non lo fa. Forse perché piacciono le strade con le curve, forse le strade diritte e dirette ti permettono di acquistare gran velocità e fiducia in te stesso, ti senti un gran pilota... Ma quando serve poi non riesci mai a frenare. Quello che manca, nel percorrere una strada diritta, è la cautela che si ha quando ci si arrampica su una strada tortuosa, sempre attenti all'ostacolo dietro la curva, suonando il clacson per dire “attenzione che arrivo”.
Così, quando incontri “quelli che hanno ragione” non dai loro più ragione di quanta già non abbiano perché non segui mai i loro itinerari. Dal canto loro, “quelli che hanno ragione” non sapranno che farsene dei loro itinerari perché nessuno li prende mai in considerazione e continueranno a percorrere strade seguendo indicazioni di massima che verranno date loro da altri che “hanno smesso di avere ragione”.
Alla fine procediamo tutti alla rinfusa, piuttosto lentamente, guardandoci intorno un po' persi, abbassando i finestrini e tirando il collo mentre nascondiamo il nervosismo. Abbiamo tutti un posto dove vogliamo arrivare... Speriamo di incontrare qualcuno che ci accompagni, così almeno mentre si cerca di arrivare da qualche parte piamo piano ci si fa una gran bella chiacchierata.
No comments:
Post a Comment