Ecco, è caduto a terra. L'ho spinto? L'ho perso di vista? Cos'è accaduto? Fino a pochi minuti fa era tutto normale: siamo stati insieme tutta la mattina ed è andato tutto bene... e adesso? Sono stata davvero io? Un'intensa vampata di calore mi avvolge. Gli occhi si chiudono automaticamente. Sono sicura che cadendo da lassù si sarà frantumato. Sono sicura che non darà nessun segno di vita. Il tonfo sordo che fa cadendo continua a riecheggiare nelle orecchie. Lo odio, lo odio, ma ho così bisogno di lui... Come posso vivere senza di lui? Mi è costato tanto averlo con me... E non sono l'unica coinvolta in questa perdita. Come dirlo alla mia famiglia? Anche per loro ormai era uno di casa... Mio padre si infurierà con me un'altra volta.
Sì, è vero, abbiamo già avuto problemi in passato. Non una volta. Appena incontrati era tutto meraviglioso. Ho deciso di metterlo alla prova, caricandolo di responsabilità ed informazioni per me preziose. Sembrava funzionare a meraviglia. Direi che passavo più tempo con lui che con chiunque altro. Mi ero imposta di conoscerlo nei minimi dettagli: ogni sua esigenza non m'avrebbe mai colta impreparata. Avrei cercato di rispondere ad ogni suo minimo cenno. Sarei scattata ad ogni suo segnale. L'avrei curato, accarezzato, mi sarei presa cura di lui, l'avrei portato con me ma badando sempre che non prendesse né freddo né caldo. Ma come ho potuto essere così sciocca da lasciarlo andare? Stupida, stupida idiota che non sono altro.
All'improvviso un giorno non mi ha più rivolto la parola. Non ha più voluto interagire. Si è portato via i miei pensieri, le mie confidenze, i miei sforzi di mesi interi, i miei ricordi. Se n'è andato e basta. Senza preavviso, senza nessun cenno. Io stavo malissimo, quel giorno. Ero addirittura finita all'ospedale e lui era con me. Sono tornata al lavoro e non s'è più fatto vivo. Maledetto. L'ho odiato perché sapevo che non potevo far niente. Ho chiamato tutti quelli che lo conoscono bene e nessuno sapeva cosa dirmi. Li ho colti di sorpresa: come poteva smettere di andare tutto bene dopo così poco tempo che stavamo insieme? Maledetto, l'ho davvero odiato. Poi mi hanno detto che sarebbe tornato, ma ci sarebbe voluto tempo e avrei dovuto pagarla cara. Io, io che non avevo colpa avrei dovuto pagarla cara... IO! Non mi sembrava possibile. Mi sentivo una stupida. A nessun altro poteva succedere. O forse poteva succedere a tutti ma, guarda caso, succede più spesso alle donne... e si sa che le donne con certe cose non devono avere a che fare. Non ci sanno fare, le donne.
Poi torna, quando fa più comodo a lui e ai suoi amici. Sì, lo ammetto, l'ho pagata cara. Molto cara. Ma la cosa più importante è che lui fosse con me. Era tornato con tutti i miei ricordi, le mie confidenze. Mi aveva riportato le vecchie lettere e le foto dell'anno scorso. Lo stringevo forte, non mi sembrava vero. I miei sorrisero, anche se sapevano il prezzo che avevo dovuto pagare. Poi iniziò un mese circa di vita intensa ancora insieme.
Fino a stamane. Fino a quando non mi sono distratta un attimo è m'è caduto lo zaino dalla spalla. BUM! Secco. Orribile. Sento un rumore di salvadanaio che si rompe. Temo che anche i miei ricordi se ne vadano definitivamente. Sono affranta: non era passato neanche un mese... Lo odio ma sento di averlo perso ancora e mi sembra di morire. Mi sfugge dalle mani e cade. Stavolta la colpa è mia. Solo mia. Lo raccolgo. Sembra integro, ma so che è guardando dentro che arriveranno le brutte sorprese. Lo sportello è aperto come una ferita. Non si rimargina. È ferito. Mioddio, è ferito. E anche questa volta non so che fare. S'accende, però. Compare il menù di selezione. Sono agitata, mi viene da vomitare. Funziona. Ma è ferito. Sembra che possa andare lo stesso ma sono costernata. Il mio computer mi ucciderà, uno di questi giorni. Se non sarà per uno di questi spaventi sarà perché per aggiustarlo mi saranno serviti tutti i soldi che possiedo e sarò una barbona. Computerizzata, sì, ma sempre una barbona.
Così adesso siamo qui, io e lui. Io che aspetto che lui mi dica che mi sono illusa e che ad una botta così non si rimane integri. Mi aspetto di vedere fuoco e fiamme che escono dallo sportello del lettore cd. Mi aspetto che si spenga da un momento all'altro. Lo odio, ma senza di lui non so stare. Nuove forme di dipendenza, le chiamano. I battiti del mio cuore vanno con la sua RAM. Dio come lo odio!
Wednesday, April 27, 2005
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