Thursday, April 07, 2005

IL DISGELO

Quando arrivava la primavera e tutti noi frequentavamo ancora la scuola elementare, le maestre ci chiedevano sempre di scrivere un tema su questo nuovo fiorire della natura, come se insieme a lei anche i nostri pensieri dovessero rianimarsi e rinascere spontaneamente dopo una specie di letargo invernale del cervello. Non era tanto l'arrivo effettivo di una nuova stagione di rigeneramento collettivo che avrebbe dovuto farci nascere nuovi pensieri, che non erano mai originali in realtà, ma si trattava di una scadenza da rispettare. 21 marzo, arriva la primavera: largo alle riflessioni e alla creatività.

A distanza di tanti anni ancora non riesco ad esimermi dal rispettare questa scadenza, nonostante come sempre una vera primavera non sia ancora cominciata. Ma il 21 marzo è passato velocemente e non ho potuto fare a meno di tirare un sospiro di sollievo nel pensare che, da qui in avanti, tutto sarebbe andato meglio, almeno metereologicamente parlando. Non posso neppure sottrarmi dal sentirmi produttiva, attiva, creativa, riflessiva, anche se in realtà non mi sono mai sentita così fiacca. Dicono, però, che anche questo sia un effetto della primavera. Ma che sia vero? Che cos'è che ogni anno ci fa guardare al mondo, che è sempre uguale a se stesso, quando non arriva ad essere la propria caricatura, con occhi diversi non appena passa il 21 marzo? Quante volte ancora scriveremo anche solo mentalmente quel temino sulla primavera che arriva? Quante primavere vivremo ancora così stupiti del fatto che la vita va avanti, che tutto passa e torna, che sotto la neve che si scioglie c'è sempre la nostra terra, uguale e diversa ogni volta?

Quando nevica all'improvviso, quando non te l'aspetti se non per quel po' di vento secco che tira e che arrossa il naso, ci sentiamo sempre tutti molto eccitati, soprattutto se si ritiene di non essere in un posto dove nevica facilmente. Eppure un giorno comincia a cadere un fiocco, poi due. Uno pensa che “non attaccherà mai”. E invece attacca, eccome. Una coltre bianca copre tutti i luoghi della nostra quotidianità. Copre le buche che abbiamo scavato, le strade che percorriamo ogni santo giorno. Copre i nostri sbagli, le cazzate, le crepe. E' tutto bianco. Sotto tutto quello che volevamo nascondere, sopra tutto da poter rifare, calpestare, orme da lasciare: possiamo dare una nuova impronta alla nostra vita. Siccome non capita spesso, siamo effervescenti e chi se ne frega se siamo infagottati e con la goccia al naso: ricominciamo tutto daccapo.

Ad un certo punto però la neve però smette di scendere, diventa ghiacciata e non è più così facile lasciare nuove impronte che si distinguano da quelle degli altri. Quel senso di intensa eccitazione che provavamo nel guardare la nostra vita coprirsi di novità svanisce lentamente. Comincia a fare davvero freddo e sciarpa e guanti non sono sufficienti. Anche la novità diventa normalità ed è una normalità pericolosa: non sai mai dove mettere i piedi per non scivolare. Vorresti che la neve ricominciasse a cadere. Vorresti fosse sempre fresca e morbida. Invece compare un po' di sole caldo. Passi sotto un cornicione e ti cadono le gocce in testa. La neve si scioglie. Lentamente, ma si scioglie. Il disgelo non si può evitare. Così, le tue strade, le tue buche e le tue crepe riemergono. Sono sempre state lì, solo nascoste. Ma ogni volta, dopo la pausa invernale, le guardi ricomparire con tranquillità, perché è naturale che ricompaiano.

Forse è davvero questo quello che rimane di tanti anni di temini scritti con la biro blu sui quaderni a rigoni: la sicurezza di tornare a ciò che fa la nostra vita proprio la nostra, con le sue buche ma anche con i suoi prati fioriti. Ci vedi chiaro, sai che cosa devi affrontare, vedi la tua strada e decidi di cambiarla o decidi di percorrerla fino in fondo. Magari decidi di tornare indietro. Le buche, le crepe le vedi, le salti, le riempi, le aggiusti. I prati di fiori li coltivi. Oppure decidi che quest'anno si pianta frutta o che vendi quel terreno e te ne compri uno più piccolo, ma che ti piace di più. Quando arriva il disgelo ricominci a vedere chi sei. E puoi decidere senza l'illusione che sia veramente possibile nascondere per sempre la tua vita sotto la neve. Prima o poi la primavera arriva e tu, volente o nolente, sei sempre contento che arrivi.

No comments: