Quant'è difficile cambiare. C'è sempre un cursore che lampeggia, davanti alla mia faccia e sempre spazio vuoto da riempire. sono sempre nella stessa situazione.
Viviamo in spazi senza confini, sappiamo quasi sempre dove sono le persone che ci interessano, anche se non sappiamo sempre cosa stanno facendo. Potremmo raggiungerle abbastanza facilmente, con un numero di telefono o una e-mail. Sono appena stata ospite in un Forum mondiale dove abbiamo discusso di come sarebbe auspicabile governanre spazi ed interazioni nel mondo virtuale dove tutti noi privilegiati viviamo e non ho nessuna soluzione alla domanda che ha guidato questo processo.
Quello che so è che anche una semplice e-mail ha un grande potere su di noi. tutto quello che aspettiamo ha un grande potere su di noi. Abbiamo troppe aspettative, ecco il problema. Non sono sicura che l'idea di poter raggiungere tutti facilmente con una e-mail ci renda le cose più facili. Sprechiamo molto più tempo di prima ad aspettare perché abbiamo troppe possibilità di sapere. Non dico che si stava meglio quando si stava peggio. Difficilmente potrei immaginare di stare in un altro modo e mondo che non siano questi. Sono nata per essere creatura del XXI° secolo, non c'è dubbio. Ma mi chiedo solo se sia possibile vivere in modo diverso sentimenti ed aspettative nel XXI° secolo o se, piuttosto, quello che facciamo sia solo accrescere questi sentimenti ed aspettative proporzionalmente alle possibilità che riusciamo a garantirci.
E' strano. possiamo fare milioni di cose e l'unica che facciamo sempre è stare ad aspettare. Aspettiamo un fax, una e-mail o aspettiamo che qualcuno telefoni. E se quel fax, quella e-mail o quella telefonata non arrivano restiamo bloccati, come se fossimo senza corrente. Forse siamo esattamente quei robot che dipingevano nella letteratura fantascientifica di qualche decennio fa. E, come nella letteratura, viviamo come macchine tra macchine, facciamo molte cose, troppe cose. Eppure abbiamo sentimenti ed aspettative, come in quei film dove il robot piangeva e si rivelava più umano che meccanico. Alla fine, credo che, anche se spesso sembriamo più robotici che umani, i robot non esistano ed esistano soltanto esseri umanni. Perchè, infondo, quello che stiamo aspettando è sempre la stessa cosa da milioni di anni. Si chiama felicità.
Saturday, November 04, 2006
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1 comment:
Sono d'accordo Ele. Quello che alla fine cerchiamo è la felicità. Ma dove si trova? Come si fa a prenderla? Come si fa a bloccarla nella nostra trappola? Io credo che più che essere qualcosa da trovare, sia qualcosa da creare. Noi ne abbiamo la possibilità, è proprio questo il bello, noi POSSIAMO. Ci si può liberare da ogni condizionamento passato, basta sceglierlo veramente senza compromessi e con la libertà di chi vuole ssere felice. Solo abbiamo bisogno di persone, episodi, consigli,amore...stimoli esterni che accendano dentro di noi dei piccoli fuochi, che pian piano, uno dopo l'altro, si spera facciano un gran bell'incendio. Conosci una persona, ti da qualcosa di bello, di suo, di vero, e dentro di te si accende una lucetta. Fai un'esperienza in giro, ti senti utile, libera di imparare, provi stupore nell'assistere ad un avvenimento per te importante, altra lucetta. Lucetta dopo lucetta diventi un albero di natale, sta solo a te lasciarla venir fuori quella luce io credo. Come ci chiediamo?
Beh, una bella lucetta me l'ha accesa una mail che mi hanno inviato (ribadisco il potere che può avere una mail nella vita di ognuno di noi, potere che tu in uno dei tuoi racconti menzionavi), e questa mail parlava proprio della felicità. Mi diceva che per essere felici basta 1) Liberare il cuore dall'odio 2) liberare la mente dalle preoccupazioni(alcune cose meritano la tua attenzione altre no) 3) vivere con semplicità 4) dare di più e 5) aspettartsi di meno. Suona molto preconfezionato si, ma è vero alla fine, ci complichiamo la vita con molte cose prodotte all'90% da noi, prodotte dal nostro cervello il quale non dimentichiamolo ha un gran potere e ci facciamo ingoiare da noi stessi, affogando in un turbine di pensieri che oltre un certo punto possono solo essere scordinati e poco sobri. Semplicità prima di tutto. Da lei parte la libertà, da tutte e due la carità e la capacità di voler dare senza aspettarsi nulla indietro, da persona libera, che non ha paura di svuotarsi il sacco fino all'ultimo granello di farina che ha, ove ciò sia necessario.
Che bella quella mail, forse la più bella di sempre, ne ha accese tante di luci dentro di me e la condivido appieno e con questo commento, spero di aver acceso anch'io una lucetta là nel tuo cuoricino, e già che le lucette si possono appendere anche sugl'alberi, Buon natale! Ciao V
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